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Screening Osteoporosi

L’osteoporosi è una malattia che interessa tutto lo scheletro ed è caratterizzata dalla ridotta massa ossea e da alterazioni qualitative che si accompagnano ad aumento del rischio di frattura.




L’osteoporosi è una malattia che interessa tutto lo scheletro ed è caratterizzata dalla ridotta massa ossea e da alterazioni qualitative che si accompagnano ad aumento del rischio di frattura (1). Questa malattia può essere secondaria ad altre patologie oppure è definita primitiva quando si presenta con la menopausa (forma postmenopausale) o con l’età avanzata (forma senile) senza che siano evidenti altre cause. Si stima che colpisca in Italia circa 3,5 milioni di donne e 1 milione di uomini. In futuro, è previsto un cospicuo incremento dei soggetti con osteoporosi proporzionale all’aumentare degli italiani con età superiore ai 65 anni.
L’osteoporosi è una temibile malattia in quanto predispone al rischio di fratture del polso, delle vertebre e del femore. Negli anziani le fratture da osteoporosi rappresentano una delle maggiori cause di mortalità, alla stessa stregua dell’ictus e del tumore della mammella. La frattura del femore negli anziani implica un aumento del tasso di mortalità sino al 15­30% nell’anno successivo alla frattura. Inoltre il 50% delle donne con frattura del femore presenta una marcata riduzione dell’autosufficienza con necessità di ricovero a lungo termine nel 20% dei casi. L’incidenza di fratture del femore e vertebrali negli uomini è inferiore, ma la mortalità e le complicanze sono più elevate che nelle donne.

FATTORI DI RISCHIO PER L'OSTEOPOROSI La presenza di osteoporosi e di fratture aumenta in presenza di alcune condizioni che sono appunto definite fattori di rischio. Maggiore è il numero di fattori di rischio, più elevata è la possibilità che si possa presentare una frattura osteoporotica.
I più comuni fattori di rischio per l’osteoporosi sono:Sesso femminile

  • Menopausa prematura
  • Età
  • Amenorrea primaria o secondaria Ipogonadismo maschile primitivo o secondario Etnia europea o asiatica
  • Storia di fratture traumatiche
  • Bassa densità minerale ossea
  • Trattamento cortisonico
  • Elevato turnover osseo
  • Familiarità per frattura di femore
  • Scarsa acuità visiva
  • Basso peso corporeo
  • Malattie neuromuscolari
  • Fumo di sigaretta
  • Eccessivo consumo di alcolici Immobilizzazione protratta
  • Ridotta attività fisica
  • Basso apporto di calcio
  • Carenza di vitamina D 

LA DIAGNOSI DI OSTEOPOROSI La prevenzione e la diagnosi precoce dell’osteoporosi rappresentano i passaggi fondamentali per evitare le pericolose fratture del femore e delle vertebre. La diagnosi di osteoporosi si basa sulla visita del medico e sulla valutazione delle condizioni dell’osso tramite esami strumentali definiti genericamente come densitometria ossea (o Mineralometria Ossea Computerizzata, MOC). La tecnica di riferimento più ampiamente diffusa è la densitometria ossea a doppio raggio X (DXA). La DXA viene generalmente eseguito a livello delle vertebre lombari prima dei 65 anni. Dopo tale età, la presenza di artrosi, fratture e calcificazioni vertebrali rende l’esame poco accurato ed è quindi preferibile eseguire la DXA a livello femorale. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha fornito delle linee guida per la diagnosi di osteoporosi partendo dal parametro di riferimento detto T­score, ovvero la differenza (deviazione standard) di densità ossea del soggetto in esame rispetto ad adulti sani dello stesso sesso (Picco di massa ossea).
La DXA è un esame che comporta un limitato ma non trascurabile impatto da radiazioni ionizzanti ed è sconsigliato per esami di screening. Per indagini epidemiologiche e di screening di primo livello è consigliabile l’utilizzo della Quantificazione Ultrasonografica al calcagno. La gran parte delle linee guida internazionali raccomandano l’indagine densitometrica per tutte le donne oltre i 65 anni. Tuttavia, l’indagine densitometrica è consigliabile anche in donne e uomini di età inferiore se presenti fattori di rischio per le fratture osteoporotiche.

ULTRASONOGRAFIA DEL CALCAGNO CON ACHILLES INSIGHT 
Numerosi studi hanno dimostrato che la Quantificazione Ultrasonografica (QUS) al calcagno è in grado di valutare il rischio di fratture osteoporotiche femorali, vertebrali e di altri distretti scheletrici in maniera non inferiore alla DXA vertebrale lombare o femorale, nelle donne e negli uomini.
Achilles InSight è un innovativo apparecchio medicale della General Eletric Company per la diagnosi precoce e innocua dell’osteoporosi. Si tratta di uno strumento che utilizza gli ultrasuoni (ultrasonometro osseo) come gli ecografi, ma con la finalità di determinare il rischio di frattura da osteoporosi. L’esame è innocuo, indolore e rapido, della durata di 15 secondi ed è in grado di predire con affidabilità il rischio di fratture (2). In particolare l’ultrasonografia con Achilles ha dimostrato la capacità di stimare il rischio di fratture femorali e vertebrali con accuratezza simile alla DXA femorale e superiore alla DXA in altri distretti (3)(4). In un confronto diretto con atlri ultrasonometri l’Indice di Stiffness fornito da Achilles è il parametro più sensibile per la valutazione del rischio di fratture vertebrali.

ACHILLES: ESAME COMPLETO, SICURO E CON IMMAGINI IN TEMPO REALE 
Il calcagno è il miglior sito periferico per l’ultrasonografia in quanto è di facile accesso, presenta un elevato contenuto d’osso trasecolare, esplica una funzione di supporto come la colonna vertebrale e il femore, ha un forte valore predittivo per il rischio di fratture femorali e vertebrali. L’esame con Achilles dura meno di un minuto, non emette radiazioni ed è totalmente innocuo basandosi sugli ultrasuoni. Il referto è molto chiaro ed evidenzia chiaramente le condizioni dell’osso. Si utilizza il calcagno destro se non è stato colpito da fratture. Sul calcagno e sulle membrane dell’apparecchio si spruzza dell’alcol e il piede rimane asciutto, evitando di applicare gel. Le membrane dell’apparecchio che durante la misurazione si rigonfiano con acqua piacevolmente riscaldata, si modellano intorno al piede per meglio avvolgere il calcagno.
L’ultrasonografo Achilles presenta molti vantaggi rispetto ad altri ultrasonografi. Uno di questi è la possibilità di posizionare in modo corretto il calcagno con l’aiuto di immagini in tempo reale che mostrano se l’area di indagine ultrasonografica è correttamente posizionata sul calcagno.
Achilles è utile per la diagnosi precoce dell’osteoporosi consentendo di attuare una terapia basata sullo stile di vita e sull’eventuale integrazione con vitamina D e calcio, evitando la terapia con i farmaci. In ogni caso, Achilles è preciso nel monitoraggio delle variazioni ossee dovute all’età ma anche alla risposta alla terapia con i farmaci (5). 

 

BIBLIOGRAFIA 

  1. S. Adami et al. Linee guida per la diagnosi, prevenzione e terapia dell’osteoporosi. Reumatismo 2009; 61 (Suppl X). Link
  2. Marc­Antoine Krieg et al Prediction of Hip Fracture Risk by Quantitative Ultrasound in More Than 7000 Swiss Women ≥ 70 years of Age: Comparison of Three Technologically Different Bone Ultrasound Devices in the SEMOF Study. J Bone Miner Res 2006;21:1457­1463 Link
  3. D. Hans et al Ultrasonographic Heel Measurements to Predict Hip Fracture in Elderly Women: The EPIDOS Prospective Study. The Lancet 1996;348:511­514
  4. Claus C Glüer et al Association of Five Quantitative Ultrasound Devices and Bone Densitometry With Osteoporotic Vertebral Fractures in a Population­based Sample: The OPUS study. J Bone Miner Res 2004;19(5):782­93 Link
  5. S. Gonnelli et al. Heel ultrasonography in monitoring alendronate therapy: a four­year longitudinal study. Osteoporosis Int 2002;13:415­421  


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